Non è mai corretto dopo un decesso dire "se si fosse comportato diversamente sarebbe sopravvissuto", in realtà nessuno può sapere se le cose sarebbero andate diversamente e comunque resterebbe una speculazione impietosa, soprattutto per i familiari. Però le circostanze della morte di Pino Daniele, che ha rifiutato il soccorso da parte dell'ambulanza per farsi trasportare all'Ospedale Sant'Eugenio di Roma, porta a due riflessioni.
La prima, che in condizioni di emergenza le maggiori possibilità di sopravvivenza ce l'hanno i comuni mortali, che non hanno luminare di fiducia da cui correre.
La seconda invece riguarda il plurilodato dr. Achille Gaspardone, direttore della Cardiologia e del Dipartimento di Medicina dell'ospedale Sant'Eugenio e medico di fiducia del cantante, il quale di fronte all'evidente trasgressione del principio proclamato da tutti i suoi colleghi (se hai il dubbio di un infarto chiama subito l'ambulanza) non trova di meglio che ricorrere alla solita scusa offensiva e vergognosa: dopo mezz'ora l'ambulanza non era ancora arrivata. Meno male che ci sei tu a salvare i pazienti che l'ambulanza soccorre in ritardo, Gaspardone. Sparlare dei colleghi è una tua abitudine consolidata o hai per caso la coda di paglia?

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