mercoledì 30 maggio 2012

Quel che c'è non manca


Il presidente della Figc Abete: "Più defibrillatori in campo". 

Morosini, perito di famiglia: "Con defibrillatore chance in più". 

Il caso Morosini riapre la polemica sull’assenza di defibrillatori

Un defibrillatore a bordo campo avrebbe salvato la via a Morosini.

Morte Morosini, la FIFA annuncia: "Un defibrillatore in ogni campo"

Un altro esempio di come la stampa costruisca le notizie senza tener conto dei  fatti, e come anche le reazioni degli organi istituzionali si basino sulle notizie di stampa, e non sull'analisi del problema: come si vede nella foto, un volontario della Croce Rossa porge un defibrillatore automatico al medico che sta assistendo il calciatore.

E i fatti sono che i defibrillatori sono soldi buttati, se non si comprende che oltre alla diffusione, bisogna promuoverne l'utilizzo. In questo campo c'è molto da fare, se si leggono dichiarazioni come questa: "lo stesso medico del Pescara ha aggiunto che "quando c'è un arresto cardiaco, come nel caso di Morosini, prima bisogna fare il massaggio cardiaco, per almeno un paio di minuti: poi, se ci sono segnali elettrici, allora entra in funzione il defibrillatore. Ma sul campo - ha aggiunto - il defibrillatore non è stato usato perché è uno strumento che rileva automaticamente gli impulsi, e come in questo caso se non c'è impulso la macchina non parte"".
Mi piacerebbe che ci rivelasse la tecnica con cui ha misurato l'assenza di "impulsi" senza collegare il defibrillatore.... 

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